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Play Panta Rei

TECNOLOGIE UMANISTE

Esperienza Classic

Play Panta Rei – Classic

Play Panta Rei Classic rende vive le 14 idee umaniste più importanti degli ultimi 2.600 anni, trasformandole in esempi pratici da sperimentare in prima persona: brevi videogiochi che ti permettono di applicare l’idea direttamente, non solo di capirla con la mente.

Le idee non restano più teoria: diventano esperienze concrete, potenzialmente capaci di integrarsi nel tuo carattere e nella tua personalità, offrendoti maggiore flessibilità, più opzioni e nuove possibilità di scelta nella vita quotidiana.

Per ogni idea trovi una breve introduzione con le parole originali dei pensatori, un’esperienza interattiva di massimo un minuto – simile a un videogioco – e una breve sezione di debriefing per collegare l’esperienza al significato profondo del concetto.

Ogni videogioco trasforma un concetto astratto in azione concreta: libertà, intuizione, scelte, decisioni, relazione con la realtà...

Le meccaniche cambiano ogni volta, allenando la flessibilità mentale e stimolando nuove modalità di pensiero. Ogni gioco è progettato con precisione per trasformare il pensiero in esperienza concreta. Ingegneria umanista e innovazione allo stato puro.

Tutto è accessibile gratuitamente, da qualsiasi cellulare o computer, senza download, registrazione o pubblicità.

Nessun risultato è garantito. Ogni persona è diversa. Ma qualcosa può accendersi. E non spegnersi più.

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Tunnel di luce

Play Panta Rei – Luce

Luce! Un’esplosione di pensiero.

Una scarica di elettricità umanista: i 20 videogiochi della versione Classic, uno dopo l’altro, senza pause, senza teoria, senza spiegazioni. Massima intensità per mettere in pratica ogni idea in modo immediato, concreto, essenziale.

È la versione più pionieristica di Play Panta Rei: pura sperimentazione umanista, ridotta solo agli esempi pratici. Qui il pensiero si manifesta solo nell’azione, senza mediazioni.

3000 anni di idee, compressi in 3 minuti e mezzo di pura energia mentale.

Potenziale attivazione inconscia di sinapsi umaniste.

Alla fine del percorso, puoi accedere alla versione Classic, con le spiegazioni complete.

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Viaggio nel Nulla - Scena

Play Panta Rei – Viaggio nel Nulla

Il concetto di “nulla” è tra i più difficili da comprendere in modo astratto.

Viaggio nel Nulla ti permette di vivere in prima persona molteplici visioni del nulla elaborate da filosofi, pensatori e artisti.

Qui non trovi teoria, ma esperienze concrete che ti guidano dentro i diversi modi di intendere il nulla, permettendoti di coglierne il significato in modo diretto e personale.

Il percorso comincia con un cortometraggio e prosegue con un’esperienza interattiva dove diventi protagonista. Qui il nulla non si spiega: si attraversa e si sperimenta in modo inatteso.

È un vero viaggio, ricco di colori e significati.

Tutto è accessibile gratuitamente da cellulare o computer, senza download né registrazione.

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Recensioni

"Il gioco della filosofia [...] che permette di immagazzinare concetti filosofici spiegati tramite un videogioco."
Corriere della Sera, Lombardia

"Play Panta Rei, una raccolta di idee filosofiche con esempi da giocare."
Melamorsicata.it

"Attraverso vari mini-giochi, semplici e al tempo stesso accattivanti, potremo imparare alcune tra le più originali ed importanti idee filosofiche esistenti."
iSpazio

"PlayPantaRei è una interessantissima applicazione per iPhone."
Macity

"Play Panta Rei come strumento d'insegnamento va straordinariamente a segno."
Babel Magazine

"Panta Rei è un buon esempio di come un videogioco può servire come un linguaggio stenografico per capire meglio la filosofia."
Patrick J. Coppock, Università di Modena e Reggio Emilia

Eventi

Lezioni presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (corso Social and Ludic Media, con il prof. Patrick J. Coppock)

Play Festival, Modena Fiere

Svilupparty, Bologna, Archivio Videoludico

Game Camp, Centro Culturale Candiani, Venezia

Fashion Camp, Milano, Spazio A, Via Tortona 54

Far Game, Cineteca di Bologna – Panel “Filosofia nel gioco”

Manifesto - Fusione tra filosofia e tecnologia

Manifesto Play Panta Rei

1. Una frattura nel sapere

Solo l’1% della popolazione mondiale conosce e comprende davvero le principali idee umaniste. Considerando che il sapere umanista rappresenta metà del sapere umano, ci troviamo di fronte a un fallimento sistemico nella trasmissione di questi contenuti.

Il sapere umanista viene presentato in forma teorica e astratta, ma per essere utilizzabile richiede esperienza diretta. Senza applicazione, i concetti si scollegano dalla vita e diventano inaccessibili. E ciò che non appare utile viene, inevitabilmente, scartato.

Chi si occupa di formazione umanistica ha oggi la responsabilità di riconoscere questa realtà. Il risultato? Di fatto, metà del sapere umano è stata azzerata.

2. Un sapere senza tecnologia

Per quasi 3000 anni, il pensiero umanista ha affrontato le domande fondamentali dell’esistenza.

Ma mentre la matematica diventava GPS, la fisica diventava internet, e l’ingegneria produceva satelliti e cellulari, queste idee restavano confinate nei libri. Spiegate, ma non vissute. Studiate, ma non agite.

Concetti complessi come i teoremi di Fourier o di Nyquist sono oggi nascosti dentro strumenti quotidiani. La teoria scientifica è diventata invisibile perché è stata incorporata nella tecnologia. È così che funziona un sapere operativo.

Il sapere umanista, invece, è rimasto senza tecnologia. Nessun ambiente ne permette l’uso diretto, la sperimentazione o l’applicazione pratica.

3. Un sapere senza tecnologia

Il modello educativo dominante si basa ancora sull’astrazione, sulla spiegazione teorica, sull’assenza di esperienza.

Senza strumenti operativi, il pensiero umanista non diventa competenza. Senza esperienza diretta, non si radica nella vita né nella mente.

Intanto, mentre le tecnologie potenziano ogni giorno la nostra capacità di calcolo, il nostro orientamento critico resta immobile.

E con esso, la capacità di dare senso, di discernere, di comprendere ciò che accade, di muoverci nel mondo utilizzando tutte le idee degli ultimi 3000 anni.

4. L’urgenza di un nuovo approccio

Per superare questa frattura non basta aggiornare il linguaggio. Serve una nuova modalità di accesso al sapere.

Oggi manca una struttura concreta che attivi il pensiero umanista come funzione. Un metodo che non parta dalla trasmissione di concetti, ma dalla loro esperienza vissuta: breve, concreta, mirata.

Un sapere è realmente compreso solo quando si manifesta nel nostro modo di percepire, scegliere, giudicare, agire.

5. Il principio: rendere attivo il pensiero

Le scienze sono diventate accessibili grazie alla tecnologia. Non leggiamo equazioni: usiamo dispositivi che le contengono e ci permettono di agire.

Perché non possiamo fare lo stesso con il sapere umanista?

L’idea è questa: trasformare anche il pensiero umanista in esperienza fruibile. Progettare ambienti che permettano di attivarlo direttamente.

Non si tratta di spiegare meglio, ma di agire in modo diverso. Le idee non si trasmettono: si rendono visibili, esperibili, navigabili.

Come ogni sapere, anche quello umanista può diventare tecnologia. Ma serve un atto di progettazione consapevole.

6. La prima tecnologia umanista

È da questa visione che nasce Play Panta Rei: non come piattaforma, ma come ambito di ricerca applicata. Un ambiente progettato per dare forma al primo esperimento concreto di tecnologia umanista.

Ogni modulo è pensato per attivare, in modo diretto, una funzione del pensiero: intuito, dubbio, consapevolezza, libertà, giudizio, sospensione, relazione con il nulla.

Ogni esperienza è calibrata. È costruita per innescare un processo interno, anche in pochi secondi. È ingegneria umanista: progettazione cognitiva al servizio della mente.

Non si offrono contenuti: si innescano processi. Non si trasmettono nozioni: si aprono esperienze. Non si segue un programma: si costruisce una possibilità.

7. Ingegneria umanista

Play Panta Rei non è un prodotto. È un sistema aperto, in continua evoluzione.

Ogni elemento è un prototipo cognitivo: strumenti leggeri, accessibili, che aprono domande profonde.

Il progetto si sviluppa come una sequenza breve e intensa di attivazioni, ognuna delle quali mette in moto un’idea fondamentale del pensiero umanista.

La forza non sta nella quantità, ma nella qualità dell’innesco. La logica è esplorativa. Lo scopo non è insegnare: è muovere.

8. Una tecnologia pulsante

Play Panta Rei è, a tutti gli effetti, una tecnologia umanista vivente, che cresce nel confronto con chi la utilizza.

Non replica formule: le riscrive. Non segue percorsi già tracciati: li apre. Come ogni tecnologia autenticamente nuova, non ha ancora standard, né confini definiti.

Ma il suo scopo è chiaro: rendere il pensiero umanista operativo, accessibile, potenziabile.

È un primo passo verso ciò che ancora manca: una cultura capace di integrare sapere e vita, mente e forma, pensiero e azione. Restituendo al pensiero umanista non solo la sua dignità teorica, ma la sua potenza trasformativa.

Luca D'Angelo

Mi chiamo Luca D’Angelo e sono il fondatore dell’iniziativa Play Panta Rei.

Da ingegnere, considero la tecnologia uno strumento per attivare il pensiero, generare significato e trasformare le idee in esperienze.

Ogni giorno lavoro per costruire ponti tra la profondità culturale e l’immediatezza dell’interazione, con l’obiettivo di ispirare nuovi modi di sentire, pensare e scegliere.

Il mio lavoro ha ricevuto riconoscimenti, ottenendo un "Honorary Mention" al Festival for Expanded Media in Germania e un "Recommended Work" al 7th Japan Media Art Festival.

Ho inoltre partecipato a eventi di rilievo quali la Biennale Adriatica d’Arti Nuove e Digital Visions all'University of British Columbia (Canada), oltre a mostre in Thailandia, Stati Uniti e Cuba.

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